B&B La Casa di Paglia, un connubio tra innovazione e tradizione
Oggi voglio parlarti della “Casa di Paglia”, un B&b davvero accogliente immerso nel paesaggio valdostano.
Gli interni curati nei minimi dettagli, caldi e confortevoli, insieme alla cordialità dei proprietari, lo rendono un posto unico dove trascorrere qualche giorno fuori dal caos e dallo stress quotidiano. Da qui sono facilmente accessibili le piste da sci, ma è perfetto anche per chi vuole concedersi una passeggiata rilassante nella natura o visitare la città di Aosta.
Lo stile con cui sono state arredate le camere è originale e coinvolgente e il profumo del legno ti avvolge in tutta la sua completezza. La nota particolare è l’utilizzo della paglia, che è stata utilizzata per creare l’isolamento dei muri, da cui ne deriva il nome “La Casa di Paglia”.
Svegliarsi al mattino con una vista magnifica sulle montagne rende il tutto ancora più bello.
Le foto degli interni hanno uno stile inconfondibile e suggestivo. Ogni giorno il proprietario Daniele ti accoglie con una buonissima colazione preparata con prodotti locali, da consumare all’aperto o nella taverna, adibita a sala colazioni, in tipico stile valdostano. All’origine era una vecchia stalla, dove è stata recuperata la mangiatoia ed usata come piano sul quale vengono appoggiate le vivande.
A gestirlo sono due giovani proprietari, Daniele e la moglie Francesca, lui lavora nel campo dell’audiovisivo e della produzione musicale, Francesca è un’insegnante di matematica e scienze. Lasciamo la parola a Daniele e scopriamo come è nato questo “sogno”.
Com’è nata “La Casa di Paglia”
E’ da tempo immemore, forse derivante dall’arte pittorica di mio nonno, che sono alla ricerca della casa perfetta, del villaggio giusto nel quale investire le mie forze. Accanto a questa spinta c’è sempre stato un intento ben preciso di trovare una modalità di vita lavorativa che ci permettesse di “vivere” a tutti gli effetti il luogo. Quindi non doversi spostare tutti i giorni per andare a lavorare. E questo significava crearsi una propria attività sul posto. Tra le diverse idee, la più attuabile nell’immediato era quella di aprire un B&B. Avendo trovato come luogo ideale questo piccolo villaggio di nome Vevoz, nel comune di Verrayes abbiamo iniziato a progettare. Uno dei due ruderi era completamente distrutto e questo ci dava la libertà di ricostruirlo come volevamo, mentre l’altro, la nostra abitazione, è stato recuperato. Con Christian Cavorsin, l’architetto che mi ha aiutato a realizzare questo posto, abbiamo deciso che avremmo voluto sperimentare per il B&B qualcosa nel campo dell’edilizia sostenibile e dell’autocostruzione, e così la struttura in legno e balle di paglia ci è sembrata la più interessante ( e tra l’altro più economica come materiali rispetto alle moderne tecnologie della bioedilizia).
La realizzazione
Abbiamo quindi realizzato uno “scheletro” strutturale in legno e usato le balle di paglia (proprio quelle del contadino!) come tamponamento, che funge da mattone e da ottimo isolante termico ed acustico. Inoltre questo tipo di struttura risulta essere prestante anche per le sue caratteristiche antisismiche. Un valido aiuto l’abbiamo ricevuto dagli architetti torinesi esperti in questa tipologia costruttiva Stefania Mancuso e Maurizio Macri, con i quali abbiamo anche realizzato un workshop di tre giorni, aperto al pubblico, durante i quali è stata tirata su la prima parete, cosa che ci ha permesso di acquisire la tecnica. Il restante lavoro è stato fatto principalmente da me e Massimiliano Fedrizzi, amico e artigiano che, tra le altre cose, ha ideato un sistema di prefabbricazione in legno e balle di paglia, per chi magari non se la sente di intraprendere un percorso di autocostruzione. Per chi fosse interessato può saperne di più qui: http://www.maisoneco.it.
Un lavoro… in famiglia
Il restante aiuto l’ho ricevuto dalla mia famiglia, che si è messa letteralmente ad impilare, pressare, spulciare, tagliare e legare balle di paglia. Per un intenso, faticoso ma anche bel periodo, è stato molto bello condividere con la propria famiglia questa avventura, cosa che credo sia servita a tutti noi come esperienza umana, oltre ad aver dato a questo luogo un significato emotivo ed una energia molto profonda.
Gli interni
Gli intonaci esterni sono stati realizzati in cocciopesto, antica tradizione che risale ai Romani. Per quanto riguarda gli interni, abbiamo prima di tutto cercato di usare e recuperare ciò che abbiamo trovato sul posto. Il legno del vecchio tetto dell’abitazione principale è stato quasi totalmente recuperato ed usato per costruire le pareti interne, così come i pavimenti in larice, mangiatoie ecc.
Per gli intonaci interni abbiamo usato principalmente l’argilla, che ha buone proprietà di regolazione igrometrica, mentre nei bagni è stato di nuovo usato il cocciopesto, questa volta con una particolare lavorazione che lo rende impermeabile e lavabile. Abbiamo così ottenuto un effetto molto particolare. Devo ringraziare Marta Sorrentino, un’ottima artigiana torinese il cui aiuto è stato fondamentale!! Sulla sua pagina facebook potete vedere le sue più recenti lavorazioni.
Il recupero degli arredi
Abbiamo cercato di ridurre al minimo l’utilizzo del mobilio. Quando necessario abbiamo utilizzato i vecchi armadi di famiglia o costruito arredo su misura con gli scarti delle lavorazioni del legno. Lo stesso vale per i tavolini, uno in particolare l’ho costruito con gli avanzi del balcone. Abbiamo poi inserito delle immagini nelle camere, appese alle pareti, sia quadri che fotografie. I quadri sono quelli lasciati in eredità da mio nonno Piero Pierini, all’epoca pittore e descrivono per lo più scene di vita contadina o paesaggi. Le fotografie sono del fotografo e amico Pietro Celesia e rappresentano uno sguardo non convenzionale al paesaggio della Valle d’Aosta.
Che dire, un sogno realizzato! Spero di averti fatto conoscere un luogo dove potrai trascorrere qualche giorno di relax e se ti è piaciuto, lasciami un commento qui sotto, sarò felice di leggerlo.
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